L’autunno ‘caldo’ e la lezione del Milan

2020-11-13T16:13:00+02:0010 Settembre 2020 - 15:41|Categorie: Editoriali del direttore|Tag: , |

Come sarà il prossimo autunno? È quello che si chiedono in molti. Preoccupati sia della questione sanitaria, con le incognite del Coronavirus, sia della questione economica, possibili licenziamenti e crisi dei consumi. Difficile fare previsioni. Anche Carlo Cottarelli, economista e commissario alla spending review nei governi Letta e Renzi, non si sbilancia: “Non sappiamo quanto durerà la crisi sanitaria, né di quanto cadrà il Pil, né se ci sarà una seconda ondata della pandemia. Adesso i soldi arrivano soprattutto dalla Banca centrale europea, che compra i titoli di stato perché sta cercando di risollevare l’inflazione, con l’obiettivo di avvicinarla al 2%. Nel momento in cui, tra un anno o un anno e mezzo, l’inflazione comincerà a risalire, la Banca centrale europea smetterà di acquistare i titoli di stato e di aiutarci. E, se l’inflazione dovesse raggiungere la soglia del 2%, la Banca centrale europea potrebbe fare il contrario di ciò che fa ora, e vendere i titoli di stato italiani sul mercato”.

E ancora: “Un altro elemento di incertezza riguarda la relazione tra l’Italia e l’Europa. Il Recovery Fund non viene dalla Banca centrale europea ma dall’Unione europea, e prevede l’elargizione di 150-170 miliardi di euro nel giro di un paio di anni. In cambio, però, l’Europa chiede qualcosa: l’Italia dovrà presentare il suo programma di riforme, e poi l’Unione europea monitorerà che queste riforme vengano effettivamente eseguite. Il tetto sul deficit pubblico a livello europeo al momento è stato sospeso. A un certo punto verrà reintrodotto, e se non rispondiamo ai requisiti necessari, l’erogazione dei prestiti verrà interrotta”. Parole sante. A tutto questo occorre poi aggiungere la crisi dei consumi. Dopo l’abbuffata di Gd e Do (ma non dei discount, almeno non di tutti) nei giorni del lockdown, i consumi nella distribuzione moderna si sono bloccati.

Siamo ancora con il segno più anno su anno ma le prospettive per l’autunno non sono incoraggianti. Certo, una diminuzione è dovuta anche alla riapertura dell’Horeca. Mentre prima i consumi erano solo ed esclusivamente ‘in home’, oggi ristoranti e bar ricominciano a riempirsi ma siamo lontanissimi dalle presenze registrate in passato. Pesa molto il terrorismo psicologico di questi mesi. La gente è spaventata. Anche oggi che i contagi e i morti sono ridotti al minimo, si continua a ribadire. “Fate attenzione, il Covid è in agguato”. È un continuo gridare “Al lupo, al lupo” che porta la gente a chiudersi in casa, a evitare qualsiasi contatto con l’esterno, a rinchiudersi nel proprio guscio. Tanto che un famoso virologo ha dovuto esortare gli italiani gridando a gran voce: “Uscite di casa, vivete!”. Ed è proprio questa la preoccupazione: che gli italiani – a prescindere, come diceva Totò – si rinchiudano in una sorta di lockdown domestico, dettato non dal Governo ma dalla paura di contrarre il virus. Ma c’è il Recovery Fund ci dicono da Roma. Con i soldi che ci darà l’Europa metteremo il turbo al paese. Mah, sono perplesso. Come San Tommaso, fino a che non vedo non credo. Per questo gli entusiastici commenti di Cinquestelle & C. dopo il ritorno trionfale di Conte dal vertice europeo mi sono parsi fuori luogo.

Non vorrei che succedesse come al Milan nel 2005. Allo stadio Atartuk di Istanbul si gioca la finale della Champions League. Di fronte la squadra rossonera e il Liverpool. Tutti i bookmaker danno il Milan per vincente, troppo forte la squadra italiana rispetto a quella britannica. Parliamo di Kaká, Maldini, Shevchenko, Cafu, Pirlo: tanta roba. Il primo tempo sembra dar ragione agli allibratori. Finisce 3 a 0 con un Milan che ridicolizza la squadra guidata da Rafa Benitez. Nell’intervallo qualcuno brinda, negli spogliatoi, all’imminente conquista della coppa dalle grandi orecchie. Mister Ancelotti cerca di frenare l’entusiasmo dei suoi ma non ci riesce. E così, nel secondo tempo, cambia la musica. In sei minuti di follia la squadra rossonera incassa tre gol. L’ultimo su un rigore netto provocato da Gattuso. Si va così ai supplementari. Il Liverpool è sfiancato ma regge l’urto. Ecco allora la tombola dei rigori. Il Milan perde ed esce mestamente dal campo insieme ai suoi tifosi. Un consiglio dunque a Conte e ai suoi ministri. Piano con l’esultanza. Calma e sangue freddo. Quando avremo i soldi sui conti correnti potremo tirare fuori lo champagne dal frigo. Anzi, meglio, una bottiglia di prosecco. Bollicine italiane, naturalmente.

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