Le cinque richieste della distribuzione moderna alla politica

2017-11-23T10:19:24+01:0023 Novembre 2017 - 09:18|Categorie: Retail|Tag: , |

Milano – L’Associazione distribuzione moderna ha presentato ieri ai politici un documento in cinque punti: concorrenza, in particolare con i player dell’e-commerce; legalità e certezza del diritto; rilancio dei consumi; politiche volte a favorire gli investimenti e la competitività; semplificazione del quadro normativo. Il documento è stato illustrato da Giovanni Cobolli Gigli (Federdistribuzione), Marco Pedroni (Coop), Francesco Pugliese (Conad), e Giorgio Santambrogio (Adm). Le richieste sono state elaborate a partire dallo studio ‘Valore Esteso’, realizzato dall’associazione in collaborazione con EY,  nato dall’esigenza di avere una misura quantitativa del ruolo che la Distribuzione moderna svolge in Italia. Tre le variabili prese in considerazione: la ricaduta occupazionale, il valore aggiunto generato e il contributo fiscale per lo Stato. Il settore sostiene 2 milioni di lavoratori (9% dell’occupazione complessiva), genera 101 miliardi di euro di valore aggiunto (il 7% del totale nazionale), crea 30 miliardi di euro di contributi fiscali. “La distribuzione moderna”, fa sapere l’Adm, “si configura come un importante soggetto economico e sociale del sistema Italia, in grado di sostenere la ripresa e spingere la nazione verso un nuovo sviluppo, operando sempre all’interno di un regime di massima concorrenza (che ha garantito un risparmio alle famiglie di oltre 40 miliardi in 5 anni nel solo largo consumo confezionato), la distribuzione non delocalizza e la maggior parte della sua attività si realizza all’interno dei nostri confini, creando un forte indotto attraverso la sua azione quotidiana e i suoi investimenti”.

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