Milano – Un articolo di L’Economia del Corriere di Dario Di Vico fa il punto sul ‘caro carrello’, sottolineando come l’inflazione generale a maggio sia scesa all’1,6%, mentre quella alimentare sia al 2,7% (Fonte: Istat). I prezzi di alcuni prodotti risentono di dinamiche internazionali che, negli ultimi anni, hanno inciso sulla disponibilità di prodotto: è il caso di olio, caffè, riso, cacao e latticini. L’economista Fedele De Novellis, partner di Ref Ricerche, commenta: “I prezzi al ribasso sono tirati dai settori con innovazione oppure caratterizzati da pressione competitiva al loro interno. E’ così per l’informatica e le telecomunicazioni. O anche per i beni non alimentari, che sono e saranno sotto pressione per l’eccesso di produzione cinese. Nel food queste dinamiche non ci sono e quindi la variazione dei prezzi vive di vita propria“. Un contesto in cui “hanno prevalso comportamenti prudenziali”.
La produzione è comunque rimasta alta a causa dell’export: “La bilancia commerciale agroalimentare si è tenuta in surplus e ha tenuto la posizione“, prosegue De Novellis. Commenta in proposito Alessandro Masetti, direttore Grocery Coop Italia: “Chi guadagna vendendo all’estero si gira dall’altra parte, ma non ci si può dimenticare della domanda interna. Il consumatore non può più permettersi di comperare gli stessi volumi del passato, dobbiamo andargli incontro. Non posso auspicare che la politica se ne renda conto e si impegni a coordinare la filiera e a governare le contraddizioni“.