Bruxelles (Belgio) – La partita sul Mercosur continua a dividere i 27 dell’Ue. Da un lato la Germania che spinge per un via libera all’accordo, insieme a Spagna e Paesi del Nord Europa. Dal lato opposto tra i contrari ci sarebbero Polonia e Ungheria, Austria, Irlanda e Francia. Quest’ultima, insieme all’Italia, avrebbe chiesto di rinviare il voto sull’accordo commerciale (approfondisci qui).
La posta in gioco? “L’accordo con Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay prevede che, nell’arco di 10 anni, il Mercosur liberalizzi il 90% delle importazioni di beni industriali europei e il 93% dei prodotti agricoli, riducendo progressivamente le barriere. Attualmente ci sono dazi fino al 35% sui ricambi auto provenienti dall’Ue, al 20% sui macchinari, al 18% sui prodotti chimici, al 14% su quelli farmaceutici, al 35% sui liquori e al 27% sui vini”, ha evidenziato il commissario europeo al Commercio, Maroš Šefcovic, in un’intervista al Financial Times ripresa dal Sole 24 Ore. “L’accordo farebbe risparmiare alle imprese dell’Ue quattro miliardi di euro di dazi all’anno. Faciliterebbe le esportazioni con procedure doganali più semplici e consentirebbe alle imprese europee di presentare offerte per gli appalti pubblici in condizioni di parità con le imprese del Mercosur”.
“Il Mercosur vale 14 miliardi per l’Italia e, entro il 2036, le esportazioni totali di beni e servizi dell’Ue aumenterebbero di circa 25 miliardi di dollari, con l’Italia tra i maggiori beneficiari”, continua Sefcovic. Che sottolinea però la preoccupazione degli agricoltori europei, i quali “temono la concorrenza dei prodotti sudamericani, in particolare zucchero, carne bovina, pollame e mais, e che l’accordo faciliti l’ingresso di prodotti che non rispettano gli standard previsti nell’Ue. Per questo la Commissione europea ha fissato quote di importazione, con dazi ridotti o zero, per alcuni prodotti considerati sensibili, e tutti i prodotti importati devono rispettare le norme europee in materia di sicurezza alimentare”.
“L’accordo”, conclude il commissario Ue al commercio, “ha un valore geopolitico oltre che economico: un ulteriore rinvio rischierebbe di favorire gli Stati Uniti che vogliono costruire una relazione esclusiva con l’America Latina”.
In foto: Maros Sefcovic con Francesco Lollobrigida