Microplastiche nei coralli: un nuovo studio alimenta il dibattito sull’impatto ambientale dei polimeri

2024-10-04T09:10:33+02:004 Ottobre 2024 - 09:10|Categorie: Tecnologie|Tag: , , , |

Amsterdam (Paesi Bassi) – Uno studio condotto da un gruppo di ricercatori giapponesi e tailandesi, ripreso da Il Fatto Alimentare, ha rilevato la presenza di microplastiche all’interno dello scheletro dei coralli nelle acque della Thailandia. Pubblicata su Science of the Total Environment, questa scoperta potrebbe spiegare la progressiva scomparsa dei coralli e la ridotta quantità di microplastiche rilevate nei campioni d’acqua marina, suggerendo appunto che queste ultime restino ‘intrappolate’ nei coralli stessi. Nylon, poliacetilene e polietilene tereftalato (PET) sarebbero le tipologie di polimero più rilevate, rispettivamente nel 20%, 14,3% e 9,7% dei campioni analizzati.

Descritte per la prima volta 20 anni fa da Richard Thompson, direttore della International marine litter research unit dell’Università di Plymouth (Uk), le microplastiche sono particelle di plastica del diametro di pochi micrometri e provenienti da diverse fonti, come “pneumatici, tessuti, cosmetici, vernici e frammentazione di oggetti più grandi”, ha spiegato lo stesso Thompson in un recente studio, pubblicato su Science, in cui lancia un monito: “Sono pervasive negli alimenti e nelle bevande e sono state rilevate in tutto il corpo umano, con prove sempre più concrete di effetti avversi. La contaminazione ambientale potrebbe raddoppiare entro il 2040, con gravi danni su vasta scala”.

 

Immagine: Foto di Naja Bertolt Jensen su Unsplash

 

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