Packaging: dal progetto EcoPackLab nasce un nuovo materiale a base Pla

2021-04-16T09:40:03+02:0016 Aprile 2021 - 09:40|Categorie: Tecnologie|Tag: , , , , , |

Bologna – Un gruppo multidisciplinare, che coinvolge gli scienziati dell’Università di Bologna ma anche aziende del calibro di Gima e Ilapack (per la parte tecnologica) e Barilla (per la parte relativa ai processi dell’industria alimentare), ha messo a punto un nuovo materiale da imballaggio biodegradabile a base Pla (acido polilattivo), su cui vengono poi fatti aderire strati con funzioni antiossidanti (grazie all’acido ascorbico) e antimicrobiche (con la lisozima). Il progetto, nato nel 2016 e chiamato EcoPackLab, conta su un investimento di 1,35 milioni di cui 787mila co-finanziati dal Fondo europeo di sviluppo regionale 2014-2020 della Regione Emilia-Romagna. “Il problema per gli scienziati”, spiega in un’intervista a Repubblica la professoressa Santina Romani, coordinatrice del progetto. “era quello di fare aderire questi strati ‘attivi’ alla pellicola di base senza ricorrere a colle sintetiche. Dopo vari studi è stato quindi deciso di utilizzare un sistema a ‘plasma freddo’ per far aderire all’acido polilattico il gel con Lisozima e quello con acido ascorbico”. Grazie alla consulenza di Gima e Ilapack l’equipe di EcoPackLab ha poi realizzato una macchina in grado di produrre il materiale. “Possiamo realizzare materiali flessibili, idonei al contatto alimentare, a un solo strato o a doppio strato in cui può essere diversamente applicata la sostanza attiva, in relazione ai requisiti e alla specifica azione protettiva richiesti”, spiega ancora Romani. Il progetto avrebbe già riscosso interesse da parte di molte aziende alimentari, alle quali sono stati forniti campioni per valutare l’eventuale utilizzo. La pellicole è stata valutata, e promossa, dagli esperti dello stabilimento Ima di Ozzano.

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