Milano – Il progetto europeo D4Pack, cofinanziato da Interreg Central Europe, che ha lo scopo di individuare soluzioni innovative per il packaging f&b sostenibile, lo scorso 4 novembre ha presentato i risultati dei primi studi condotti dai partner (tra cui la società Promapack di Ucima – Unione costruttori italiani macchine automatiche per il confezionamento e l’imballaggio), con particolare attenzione ai settori meat, dairy e ortofrutta.
L’analisi ha coinvolto circa 40 Pmi del settore agroalimentare e ha identificato tra le principali sfide all’introduzione di pack innovativi e sostenibili “la necessità di garantire la stessa qualità e sicurezza del prodotto, nel prolungare la durata di conservazione e nella gestione efficiente del confezionamento, il tutto rispettando requisiti normativi sempre più stringenti”, come si legge in una nota ufficiale. L’industria della carne fa ampio uso delle tecnologie di confezionamento a atmosfera modificata (MAP) e sottovuoto, che rallentano l’insorgere di batteri e aiutano a preservare la freschezza del prodotto. Tuttavia, persistono delle sfide, come la necessità di ridurre l’uso della plastica.
Per il dairy, la sicurezza alimentare e del trasporto è fondamentale, soprattutto quando si consegna in regioni con infrastrutture della catena del freddo meno affidabili. Le aziende stanno esplorando nuovi materiali, come i vassoi in policarbonato riciclabili, mentre cercano di ridurre il peso del confezionamento in plastica.
Nel settore ortofrutta, infine, è essenziale mantenere la freschezza attraverso una corretta ventilazione. I materiali per il confezionamento devono consentire ai prodotti di ‘respirare’ attraverso perforazioni. Le aziende stanno affrontando la necessità di confezionamenti che possano resistere a lunghi tempi di transito.