Venezia – Buone le performance del pomodoro da industria in Veneto, con 1.810 ettari coltivati. Merito, secondo quanto fa sapere Confagricoltura, dell’estate calda e senza piogge.
“In generale registriamo un calo di produzione del 10%, dovuto a problemi causati soprattutto dalle bombe d’acqua primaverili, che hanno riguardato il Basso Veronese. Meglio è andata in Polesine”, spiega Camillo Brena, presidente della sezione Pomodoro da industria di Confagricoltura Veneto. “In giugno tanti hanno ripiantato e il pomodoro, grazie al meteo favorevole, è maturato bene. In linea di massima la qualità è buona e al momento la stagione è soddisfacente. Ci auguriamo che si continui a raccogliere fino a fine settembre, dato che il caldo si protrae sempre più a lungo”.
Quest’anno, tuttavia, è mancato l’accordo con l’industria sul prezzo. Come spiega l’associazione, “la prima offerta calata in primavera sul tavolo con i produttori del Nord Italia era stata di 125 euro/tons (25 euro in meno rispetto all’annata 2023). Ma una mediazione poi non è stata trovata. E’ una situazione che non ci piace, perché si naviga a vista. Il prezzo, infatti, varia a seconda dell’acquirente, delle partite di merce o del mercato. Se i quantitativi sono minori oppure se l’industria ha bisogno di prodotto, il prezzo sale. Il massimo che hanno pagato è stato 135 euro/tons. Per quanto riguarda il futuro viviamo nella più grande incertezza”.