Utrecht (Paesi Bassi) – Secondo la recente pubblicazione della World Poultry Map di RaboResearch, i flussi commerciali del pollame hanno subito cambiamenti significativi dal 2018 a causa della crescita più lenta del mercato, di maggiori restrizioni commerciali, di una maggiore volatilità e dell’emergere di nuovi attori nel settore. Il Brasile si è affermato come il principale esportatore, catturando il 90% della crescita globale del commercio, con Thailandia, Cina, Ucraina e Russia che hanno anch’esse aumentato la loro presenza sul mercato. Nei prossimi anni, si prevede che il mercato continuerà a crescere lentamente, accompagnato da una persistente volatilità dei prezzi.
Tra il 2018 e il 2023, il commercio globale di carne di pollame è cresciuto dell’8%, pari a 1 milione di tonnellate in più. Oggi viene valutato a 32 miliardi di dollari (48 miliardi includendo il commercio intra-Ue). A dominare sono Brasile, Stati Uniti, Unione Europea, Thailandia e Cina. Il Brasile guida con una quota del 30% del commercio globale in termini di valore, seguito da Stati Uniti e Unione Europea al 16% ciascuno. La Thailandia si posiziona al quarto posto con una quota del 13%, mentre Cina, Turchia, Ucraina e Russia completano la lista dei principali esportatori.
“Dal 2020, il valore del commercio globale di pollame è aumentato del 20-25%, principalmente a causa dei prezzi più alti, mentre la crescita del volume commerciale è rimasta intorno al 6%”, spiega Nan-Dirk Mulder, senior analyst of animal protein presso RaboResearch. “Il prezzo medio di esportazione del pollame è passato da 1.400 dollari per tonnellata nel 2004 a 2.400 dollari per tonnellata oggi”. Quindi continua: “Ci aspettiamo che il commercio globale di pollame cresca lentamente, con un tasso annuo dell’1-2% nei prossimi cinque anni. Questo ritmo lento è determinato dalle strategie di sicurezza alimentare nei principali mercati in crescita, come Asia, Africa e Medio Oriente, che potrebbero rappresentare una sfida per i principali esportatori”.