Torino – In giugno la Corte d’appello ha dato ragione alle famiglie (circa 10% del totale) che chiedevano il “panino libero” nelle mense delle scuole elementari della città. Pochi mesi dopo, in ottobre, l’Ufficio scolastico regionale ha detto sì al pasto domestico “per tutelare i diritti e le scelte di tutte le famiglie salvaguardando la continuità dell’erogazione dell’offerta formativa e i valori educativi e di socializzazione”. E ora potrebbero arrivare i primi esuberi. Una delle tre ditte appaltatrici del servizio mensa delle scuole di Torino, la Camst, ha annunciato ferie forzate per 26 lavoratrici fino a febbraio. Poi potrebbero essere lasciate a casa. In media, gli addetti della Camst percepiscono uno stipendio di 450 euro al mese per 15 ore di lavoro alla settimana. “La nostra speranza – fa sapere l’azienda a Repubblica – è che la richiesta di pasti possa aumentare, affinché le persone che oggi lavorano con noi continuino a farlo anche in futuro, ma se così non fosse saremo costretti a ipotizzare nuovi scenari”. Scenari tra cui figura la ricollocazione in posti di lavoro più lontani, ma anche il licenziamento.
Mense scolastiche: rischio esuberi per la “guerra del panino libero”
federico2016-11-16T12:14:36+02:0015 Novembre 2016 - 11:51|Categorie: Mercato|Tag: camst, mensa scolastica|
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