Roma – Peculato, abuso d’ufficio e falso. Questi i reati che hanno portato agli arresti domiciliari di Ida Marandola, direttore generale del Crea (leggi qui). Dalle indagini sono emerse numerose e gravi irregolarità nella gestione dell’Ente. La dirigente è accusata, tra le altre cose, di aver segnalato un numero più alto di dipendenti per aggiudicarsi, nella ricerca della nuova sede dell’Ente, un’immobile sul mercato privato anziché demaniale. Di aver alterato i contratti con le ditte di trasloco, per non superare le soglie che prevedono il ricorso a gare pubbliche, scegliendo così personalmente i fornitori. Gli indagati (cinque in totale) non avrebbero nemmeno ridotto, come previsto dalla spending review, il canone di locazione di due immobili (per consentire il risparmio di circa 700mila euro). Infine, sarebbero stati commessi abusi sia nella procedura di stabilizzazione di alcuni lavoratori precari, sia nel pagamento di prestazioni professionali a due collaboratori che non hanno mai avuto rapporti lavorativi con l’Ente.
Scandalo Crea (2). I capi d’accusa
Irene2019-03-06T09:37:42+02:006 Marzo 2019 - 09:28|Categorie: Mercato|Tag: crea, Ida Marandola, mipaaft|
Post correlati
Indagine Altroconsumo sulle acque in bottiglia: 6 marche su 21 bocciate per eccesso di Pfas
23 Maggio 2025 - 14:13
Crisi alimentare: la produzione agricola mondiale potrebbe ridursi fino al 35% entro il 2025
23 Maggio 2025 - 10:52