Roma – Economia italiana stabile e in buona salute, reddito disponibile in aumento, grazie all’occupazione ai massimi storici, e inflazione sotto controllo fanno crescere la voglia di normalità e di tornare a spendere negli italiani. L’incertezza del contesto storico e internazionale, però, li induce a una certa prudenza. È quanto emerge dal rapporto Confcommercio-Censis ‘Clima di fiducia e aspettative delle famiglie italiane 2025’, divulgato ieri. Anche se le intenzioni di spesa per il 2025 sono in crescita rispetto all’anno precedente, così come le partenze per le vacanze estive, il clima di fiducia si riduce rispetto al 2023. Tutto ciò rende possibile raggiungere l’obiettivo di crescita dell’1% dei consumi reali sia nel 2025 che nel 2026.
Il 43,3% delle famiglie ha aumentato i consumi nel 2024, ma ai danni del risparmio, diminuiti per oltre la metà degli italiani. Chi riduce le spese, invece, lo fa per via delle spese obbligate (bollette, tasse, spese condominiali), della contrazione dei redditi (25%) e della necessità di accantonare risorse per imprevisti (18,7%). A guidare le intenzioni di spesa sono in particolare i beni tecnologici (33,6%), seguiti dagli elettrodomestici (31,2%) e dalla casa, sia in termini di ristrutturazioni (25,4%) che di arredo (24,1%). Tuttavia, solo il 6,2% degli italiani si dice disposto ad acquistare un’abitazione e appena il 4,4% a investire in una seconda casa o in un immobile di vacanza.
Se il 46,5% degli italiani si dichiara ottimista sul proprio futuro familiare, solo il 25,4% mantiene lo stesso giudizio positivo nei confronti dell’Italia nel suo complesso. Il saldo tra ottimisti e pessimisti è positivo ma in discesa: 10,8 punti nel 2025 contro i 27,5 del 2023. Le principali fonti di preoccupazione sono malattia (49,2%) e mancanza di risorse economiche (47,2%). Particolarmente esposte sono le famiglie del Mezzogiorno e quelle a basso reddito. Il 67,4% degli italiani indica come speranza primaria “mantenere un tenore di vita adeguato” e solo il 9,7% prevede un aumento dei propri redditi nella seconda metà del 2025.