Di Andrea Dusio
Roma – Quartiere Aurelio, Roma, fermata Baldo degli Ubaldi, due passi dal Vaticano. Una zona di alta pedonalità e forte concentrazione di punti vendita di varie insegne. Tra questi l’In’s Mercato posto all’uscita della stazione del metro. Mercoledì pomeriggio, nel punto vendita, una piccola superficie costituita di un corridoio d’ingresso, uno d’uscita, più uno spazio per la catena del freddo e altre merceologie, si trovano in quel momento pochi clienti, dislocati per lo più vicino all’ingresso, dove si trova il fresco. Più avanti, dove si trovano le conserve, noto un uomo in tuta che si infila uno o più prodotti nei pantaloni. Vado alla cassa e lo segnalo al commesso. Lui non perde tempo, si sistema nei pressi dell’uscita e attende. Seguo la cosa, perché il cliente che ho visto sottrarre la merce ha un’aria decisamente poco raccomandabile, e il commesso non è un colosso. Ma non si fa intimidire. Quando il ladro transita dritto tra le casse, come se non avesse preso niente, lo attende al varco. E gli chiede “Cos’è che hai preso?”. Quello tira fuori la refurtiva, senza esitazioni. “Altro?”. Niente. “Vedi di non farti più vedere”. Perché è vero, si sarà diffusa la psicosi del mistery shopping, e ci saranno anche i commessi che hanno timore a fare qualsiasi cosa adesso, anche battere un prezzo, ed è anche comprensibile. Ma c’è anche chi si espone molto di più. Con coraggio. In tutte quelle strutture che per dimensioni non si possono permettere la sicurezza alla porta. Facendo il proprio dovere e andando anche oltre. La refurtiva sarà valsa certamente poco più di un euro. Avercene, di ragazzi così.