Roma – A pochi giorni dall’inizio della Fase 2, fa scalpore la comparsa su alcuni scontrini fiscali della cosiddetta ‘Tassa Covid’: un contributo richiesto da alcuni esercizi giustificato con l’utilizzo di kit monouso contro il virus, o con la necessità di dover far fronte alle spese per le nuove misure sanitarie imposte. La novità ha ovviamente scatenato l’ira dei clienti, che ora minacciano ripercussioni legali, e accusano le attività commerciali di aver aumentato i prezzi. “In questo momento i pubblici esercizi hanno un’unica priorità: riportare le persone nei locali garantendo loro il massimo della sicurezza e della convenienza”, afferma Aldo Cursano, vicepresidente Fipe, secondo cui “attaccare in modo indiscriminato l’intero comparto, alzando un polverone ingiustificato sull’aumento dei prezzi” sarebbe discutibile, anche in termini legali. Intanto, il Codacons ipotizza una truffa e chiede l’intervento di Guardia di finanza e Antitrust. Carlo Rienzi, presidente dell’associazione, parla di “balzello” un “sovrapprezzo segnalato da numerosi consumatori” indisponibili a pagare le maggiori spese di sicurezza.
Sullo scontrino fiscale spunta la ‘Tassa Covid’
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