Supermercati Food& More di Catanzaro. L’accusa del Gip: “Condizioni di lavoro degradanti e pericolose”

2024-10-30T17:11:27+02:0030 Ottobre 2024 - 17:11|Categorie: in evidenza, Retail|Tag: , |

Catanzaro – Associazione per delinquere finalizzata allo sfruttamento del lavoro, alle estorsioni e ai reati di falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico: queste le accuse contestate dal Gip presso il Tribunale di Catanzaro nei confronti di cinque persone a cui sono state disposte misure cautelari. Il principale imputato è Paolo Paoletti, di Catanzaro, a cui è stata disposta l’applicazione della custodia cautelare in carcere. Altre misure sono state emesse nei confronti di alcuni suoi collaboratori fra cui due responsabili di punti vendita. Paoletti è l’amministratore delegato della Food&More, cui facevano capo i supermercati che avevano diversi marchi il cui principale è Conad (completamente estranea alle indagini).

L’indagine ha riguardato le condizioni di impiego dei lavoratori di cinque supermercati di Montepaone, Soverato e Chiaravalle Centrale, in provincia di Catanzaro. Gli elementi acquisiti dall’indagine della Guardia di Finanza, secondo una notizia riportata dall’agenzia Ansa, hanno consentito di ricostruire, sul piano della gravità indiziaria che componenti dell’associazione a delinquere, sotto le direttive del titolare delle imprese ed approfittando della condizione di necessità e vulnerabilità derivante da precarietà economica, avrebbero imposto condizioni di lavoro degradanti e pericolose. Oltre ad una paga da fame rispetto all’impegno richiesto (4 euro all’ora a fronte di un’attività lavorativa di oltre 50 ore a settimana), i lavoratori, talvolta, sarebbero stati costretti a restituire in contanti parte della retribuzione e avrebbero avuto solo due settimane di ferie all’anno in violazione di quanto stabilito dalla legge.

I luoghi in cui lavoravano, inoltre, secondo gli investigatori, non rispettavano le norme di sicurezza e quando uno di loro si infortunava, veniva indotto a denunciare un infortunio domestico. A tale scopo, i responsabili dei punti vendita, in occasione della verifica di infortuni sul lavoro, accompagnavano i lavoratori in ospedale per costringerli a rendere dichiarazioni false. Un dipendente, feritosi più volte lavorando in macelleria, è stato costretto a denunciare ai medici che si era tagliato a casa e un altro, infortunatosi ad un piede, era stato costretto a cambiarsi per non arrivare in ospedale con gli abiti da lavoro. In questo momento i negozi sono sotto sequestro giudiziario. Alla società sono stati sequestrati 27 milioni di euro. 

Torna in cima