Roma – Semplificazioni in arrivo per Transizione 5.0. Nel disegno di legge di bilancio 2026 verranno inserite infatti alcune modifiche rilevanti per la misura a sostegno degli investimenti industriali in chiave ‘green’. Come scrive Il Sole 24 Ore, il Governo punta a un alleggerimento degli oneri documentali per le imprese, consentendo l’autocertificazione degli obiettivi iniziali di risparmio energetico dei progetti. La riforma dovrebbe eliminare l’obbligo della certificazione ‘ex ante’, rilasciata da soggetti accreditati, mantenendo solo la verifica ‘ex post’ sulla realizzazione degli investimenti. Un modo per semplificare l’accesso ai benefici, anche attraverso una piattaforma telematica del Gestore dei Servizi Energetici (Gse).
Un secondo asse di revisione riguarda l’ampliamento del perimetro dei beni strumentali incentivabili. La lista, ereditata dal piano Industria 4.0, verrà aggiornata con nuove tecnologie oggi centrali per la trasformazione industriale e digitale. Come si legge sul quotidiano di Confindustria, il Governo valuta l’inserimento di soluzioni di IA avanzata, cybersecurity, sistemi di machine vision, wearable per assistenza e formazione, piattaforme cloud e sistemi di gestione energetica integrata.
Resta poi aperto il nodo più complesso: la copertura finanziaria. Dopo la sospensione del piano Transizione 5.0 a novembre per l’esaurimento delle risorse (approfondisci qui), le domande presentate dalle imprese hanno superato i 4,8 miliardi contro i 2,5 disponibili nel Pnrr. Un surplus che obbliga il Tesoro a trovare nuove dotazioni e a valutare il destino dei progetti in lista d’attesa. Anche assumendo un ridimensionamento prudenziale delle richieste, il fabbisogno residuo potrebbe sfiorare fino a 800 milioni-1 miliardo di euro.
Il problema delle risorse riguarda anche l’estensione temporale del nuovo iperammortamento (leggi qui), misura che dal 1° gennaio 2026 dovrebbe andare a sostituire la vecchia Transizione 5.0. Ad oggi la nuova manovra copre solo gli investimenti fino al 2026, ma gli obiettivi politici puntano a prorogare gli iperammortamenti anche per il 2027-2028. Come scrive Il Sole 24 Ore, le ipotesi allo studio includono una proroga limitata, una previsione programmatica o solo l’allungamento dei termini di consegna dei beni.