Tutela carne di coniglio: interrogazione alla Commissione Ue sull’obbligo di etichettatura

2021-01-20T11:45:24+01:0020 Gennaio 2021 - 11:44|Categorie: Carni|Tag: , , |

Bruxelles (Belgio) – Secondo quanto denunciato dalle aziende cunicole trevigiane, insieme all’associazione dei produttori Coldiretti Treviso, la carne di coniglio italiana non è sufficientemente tutelata. Soprattutto sul fronte dei prezzi. Tanto che le aziende cunicole trevigiane (che rappresentano la provincia più produttiva con 2,5 milioni di capi su 20 milioni prodotti in Italia) rischiano di fatto la chiusura dell’attività. Come riportato dall’associazione, i produttori segnalano infatti forti distorsioni nella determinazione del prezzo di produzione sul mercato cunicolo. Nonostante il prezzo al consumo sia costante a circa 8-9 euro al chilo, ai produttori viene corrisposto soltanto 1,2 euro/chilo, importo che non copre nemmeno i costi di produzione. Una situazione, che interessa oltre ai produttori veneti anche quelli emiliani, determinata soprattutto dalla concorrenza sleale di Paesi europei ed extraeuropei che esportano carne di coniglio sottocosto sul mercato italiano. Per far fronte alla problematica, a inizio gennaio l’onorevole Mara Bizzotto (Lega) ha posto quindi un’interrogazione alla commissione Ue. Chiedendo, nello specifico, se la Ue “Intende estendere l’obbligo di etichettatura di origine alle carni di coniglio e ai prodotti trasformati a base di coniglio, per una maggiore tracciabilità delle carni a tutela dei consumatori”. Ricordiamo, infatti, che il regolamento (Ue) n.1169/2011 ha reso obbligatoria l’indicazione d’origine per le carni fresche suine, ovino-caprine e di pollame, mentre la carne di coniglio è esclusa. L’onorevole ha chiesto inoltre all’Ue se “Intende rafforzare i controlli sulle importazioni da paesi extra-Ue e sulla concorrenza sleale intra-Ue per tutelare i produttori italiani”.

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