Milano – Cambiamento climatico, benessere animale e stato del pianeta sembrano non essere motivi sufficienti a impedire agli americani di mangiare carne. Tra il 2014 e il 2024 il consumo annuale procapite di carne negli Stati Uniti, infatti, è aumentato di quasi 28 libbre, l’equivalente a circa 100 petti di pollo a testa. Lo riporta un articolo pubblicato da The Atlantic. Le svariate campagne sui danni derivati dal consumo di carne e sull’inquinamento degli allevamenti intensivi – e la relativa promozione dei cibi vegetali – pare non abbiano funzionato. “Nonostante tutta l’attenzione sul perché le persone dovrebbero mangiare meno carne, gli americani hanno continuato a consumarne sempre di più”, si legge sul quotidiano. “Un modo per dare un senso a questo ‘paradosso della carne’, è che c’è un disallineamento tra come le persone vogliono mangiare e il modo in cui lo fanno effettivamente. Il pensiero di mucche sofferenti che rilasciano bombe di metano nell’atmosfera mi addolora, ma adoro una porterhouse al sangue”.
Secondo un sondaggio del Monthly Meat Demand Monitor americano, inoltre, il numero di vegani e vegetariani è la metà rispetto a quello di coloro che si definiscono tali. “Nel 2023, il 7,9% delle persone che hanno compilato il sondaggio si è autodichiarato vegano o vegetariano, ma solo l’1,8% ha effettivamente mangiato in modo coerente col proprio pensiero”.
Quali i motivi? Se da una parte c’è chi ne fa una questione politica, dall’altra c’è chi guarda all’ossessione delle diete ricche di proteine. Ecco allora che, mentre le catene di fast food come Mc Donalds e Carl’s Jr abbandonano i menù a base vegetale alternativi alla carne, tornano a crescere i consumi di hamburger e di bastoncini di carne essiccata – gli Slim Lim -, e non manca chi consiglia addirittura di mangiare testicoli di manzo e interiora di animale.