Vinitaly-Nomisma: export di vino italiano nei 12 mercati chiave a +7% nel 1° semestre. Merito (anche) del ‘revenge spending’

Verona – Segnano un nuovo record le vendite di vino italiano nei 12 principali mercati mondiali del vino, crescendo del +7,1% a valore nel primo semestre del 2021, rispetto al 2020, e del +6,8% rispetto al pre-Covid, quindi al 2019. Il trend di crescita più alto registrato negli ultimi anni, secondo gli analisti dell’Osservatorio Vinitaly-Nomisma Wine Monitor. Per Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere che, dal 17 al 19 ottobre, si prepara a ospitare la Vinitaly Special Edition, “con i nostri vini simbolo siamo oggi al centro del fenomeno legato ai ‘consumi di rivalsa’ post-Covid: un effetto traino da intercettare e da cui ripartire consolidando ancora di più le quote di mercato”. Un trend, quello del ‘revenge spending’, che secondo il responsabile di Nomisma-Wine Monitor, Denis Pantini, interessa in primis i vini di fascia medio-alta. “Una conferma a questa tesi arriva analizzando l’export dei Dop italiani e francesi”, spiega, “con i rossi Dop del Piemonte a +24% o i rossi Dop toscani a +20%. Tendenza ancora più evidente per i rossi a denominazione francesi, con il Bordeaux a +61% e il Borgogna a +59%, ma anche per gli sparkling d’Oltralpe, Champagne in primis, che volano a +56% nel mondo e a +70% negli Usa”. Tornando alle importazioni di vini tricolori nelle 12 principali piazze, sul 2020 l’Italia sovraperforma rispetto al mercato in Cina (+36,8%), in Germania (+9,3%) e in Russia (+29,4%), mentre è sotto la media negli Usa (+1%, ma sul 2019 l’incremento è di quasi il 6%), Uk (-0,4%) e Canada (+2,5%). Crescono le importazioni dei vini fermi (+6,9%, con il prezzo medio salito a +5,9%), mentre gli sparkling incrementano le vendite dell’11,1%, con una riduzione del prezzo medio del 4,8%.

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