Vino taroccato in Oltrepò: cinque arresti

2020-01-23T14:59:57+02:0023 Gennaio 2020 - 14:48|Categorie: Vini|Tag: , , |

Pavia – Cinque persone agli arresti domiciliari, sette misure cautelari e un’ombra sulla produzione di alcune cantine dell’Oltrepò Pavese, il comprensorio vitivinicolo più importante della Lombardia. L’operazione portata a termine in questi giorni dai carabinieri pavesi è stata lo sbocco di un’inchiesta coordinata dalla Procura di Pavia. Se i magistrati hanno ragione, si tratterebbe di un nuovo presunto scandalo di vino contraffatto. Secondo le accuse, gli arrestati avrebbero spacciato per Doc e Igt vini di qualità inferiore, prodotti con uve non certificate come biologiche, o addirittura addizionati con aromi o anidride carbonica.
Agli arresti domiciliari sono finiti Alberto Carini, 46enne presidente della Cantina di Canneto Pavese; Carla Colombi, 65enne vicepresidente della stessa Cantina; Aldo Venco, 65enne enologo e vicepresidente di Assoenologi Lombardia-Liguria; Massimo Caprioli, 58enne enologo; Claudio Rampini, 63enne mediatore vitivinicolo. Viceversa, solo misura cautelare dell’obbligo di firma per due produttori e conferitori di uve.
Gli arrestati avrebbero operato trucchi di vario genere per vendere vini generici come Doc e Igt, in qualche caso sfruttando pratiche non nocive ma pur sempre proibite dalle legislazioni vigenti, come lo zuccheraggio.

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