Palermo – È nata la banca dati regionale dei vitigni autoctoni siciliani, grazie agli studi sulla tracciabilità genetica portati avanti dall’Irvos (Istituto regionale vin e oli di Sicilia) e dal Coribia (Consorzio di ricerca sul rischio biologico in agricoltura). Per cinque anni, sui cloni raccolti sono state effettuate valutazioni agronomiche, enologiche e sanitarie. Il materiale genetico è stato messo a disposizione dei vivai coinvolti nel progetto, al fine di studiare le reazioni dei cloni su campi di confronto differenti. Per ogni pianta sono stati poi selezionati, innestati ed esaminati in un terreno di 50 ettari 20 individui. Con l’ausilio di esperti del ministero della Sanità sono stati analizzati i virus che intaccano i vitigni, così da isolare le parti sane per la moltiplicazione. Complessivamente, lo studio ha coinvolto 5.209 presunti cloni di varietà già conosciute, 1.438 di vitigni minori e 136 cloni di vitigni reliquie.
Vitigni autoctoni siciliani: nasce la banca dati
federica2013-12-04T16:59:58+02:004 Dicembre 2013 - 16:59|Categorie: Vini|Tag: banca dati, Sicilia, vitigni autoctoni|
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