Milano – “Siamo stufi di pagare per contenziosi che non ci riguardano“, tuona Paolo Zanetti, presidente di Assolatte, interpellato dal Sole 24 Ore a proposito dell’eventualità che Trump reintroduca i dai sui formaggi italiani e dell’indagine anti-dumping cinese. “Siamo convinti che le guerre commerciali non portino da nessuna parte e che la soluzione sia l’abbattimento delle barriere doganali. La crescita passa infatti da accordi di libero scambio tra paesi produttori. Ci preoccupa uno scenario di chiusure per Usa e Cina. Un’ipotesi del genere ci costringerebbe a esportare solo in Europa con una perdita stimata del 30% delle esportazioni casearie nel mondo”.
Ricordiamo, infatti, che, dallo scorso agosto, Pechino ha avviato un’indagine anti-sovvenzioni che riguarda la produzione di formaggi freschi e fusi, formaggi erborinati, latte e panna europei. Ricordiamo inoltre che le tariffe doganali introdotte da Trump nel corso del suo primo mandato, pur essendo rimaste in vigore per solo poco più di un anno, provocarono un calo del 16% delle esportazioni lattiero casearie italiane negli Stati Uniti, passando da 37mila a 31mila tonnellate di prodotti commercializzati. Le tariffe, come fa sapere Assolatte, colpirono Gorgonzola, Grana Padano, Parmigiano Reggiano e Provolone e, tra incrementi dei costi e perdite di mercato, provocarono danni al settore per circa 100 milioni di euro.
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