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Parmigiano: danni per oltre 150 milioni di euro

2012-05-31T18:20:37+02:0031 Maggio 2012 - 18:20|Categorie: Formaggi|Tag: , |

Reggio Emilia – “Le verifiche non si sono ancora concluse, ma è ormai pressoché certo che per il sistema parmigiano reggiano si andranno a superare i 150 milioni di euro per i danni legati al duplice terremoto del 20 e 29 maggio. Nel conto figurano i danni su prodotto, impianti e magazzini, dopo che la scossa di martedì ha causato la caduta di 334mila forme (più di quelle toccate dalla precedente, con un totale di 633.700 forme) e l’inagibilità di quattro caseifici, che si aggiungono a quello già reso inidoneo alla trasformazione dal sisma del 20 maggio”, si legge in una nota diffusa dal Consorzio di tutela. E’ intervenuto anche lo stesso presidente, Giuseppe Alai: “I danni legati al prodotto non sono i soli, ma certamente i più ingenti. Rappresentano i due terzi del totale e si riferiscono alla grave perdita di valore delle forme al di sotto dei due mesi di stagionatura (destinate alla fusione), di quelle con stagionatura fra i 3 e i 12 mesi, e quindi non ancora conformi alla Denominazione di origine protetta (le più numerose, divenute così formaggio generico da grattugia o da fusione con una perdita di valore di circa 6 euro/kg) e a quelle già stagionate e classificate come Dop, di fatto divenute equivalenti a formaggi succedanei, con un calo di valore di due euro/kg. Il bilancio non è chiuso – spiega Alai – ma già si presenta drammatico, e da giorni tutto il lavoro del Consorzio è concentrato sia sull’emergenza (e tra queste la ricollocazione delle forme in idonei magazzini e gli accordi con industrie alimentari per la gestione del prodotto non più stagionabile e non veicolabile sui tradizionali canali di consumo a spicchi) che su fattori che potrebbero aggravare ulteriormente la situazione”. “Il riferimento – sottolinea il presidente del Consorzio di tutela – è soprattutto alle ripercussioni finanziarie – e in tal senso sono andati gli incontri con l’Abi dell’Emilia-Romagna – che vanno scongiurate sui caseifici e sui circa 700 allevatori che ad essi fanno capo come soci o conferenti latte, poiché si è determinata la perdita di prodotto che in diversi casi è a garanzia di linee di credito”. Proprio di fronte all’emergenza e al bisogno di garantire la prosecuzione dell’attività ad allevatori e caseifici il Consorzio ha già chiesto nei giorni scorsi al ministro Catania e al Governo una moratoria di 12 mesi sui prestiti a breve, l’individuazione urgenti di canali di smaltimento del prodotto danneggiato, l’anticipazione dell’erogazione dei contributi della Pac e la sospensione – già ottenuta – dell’ultima tranche del superprelievo sulle quote latte, che peraltro non hanno superato i limiti assegnati dalla Ue”.
(AR)

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