Gilet arancioni contro Coldiretti: “Da vent’anni divide il mondo agricolo. Gesmundo si dimetta”

2019-01-09T12:40:48+02:009 Gennaio 2019 - 10:11|Categorie: Mercato|

Roma – E’ un mondo agricolo diviso tra gilet arancioni e bandiere gialle, quello sceso in piazza nei giorni scorsi. Il 7 gennaio, a Bari, è andata in scena la protesta degli agricoltori e olivicoltori di arancione vestiti. Gli oltre 3mila manifestanti hanno sfilato con i trattori per protestare contro l’immobilismo del governo su xylella e rimborsi sulle gelate. I gilet arancioni sono sostenuti, tra gli altri, da Cia, Confagricoltura, Confcooperative, Copagri, Legacoop, Cgil, Cisl e Uil. L’8 gennaio, invece, si sono dati appuntamento davanti alla sede del Mipaaft gli agricoltori associati a Coldiretti. Motivo della protesta, l’assenza di adeguate risorse nella manovra per far fronte alle calamità che hanno colpito il paese, e in particolare la Puglia. Una delegazione guidata dal presidente Prandini ha anche incontrato il ministro Centinaio. Sempre nella giornata di ieri, il portavoce dei gilet arancioni, Onofrio Spagnoletti Zeuli, ha duramente attaccato i vertici di Coldiretti: “Le dimissioni che potrebbero segnare una svolta per tutto il sistema agricolo italiano e pugliese non sono quelle dell’assessore Di Gioia [annunciate ma poi respinte dal governatore Michele Emiliano, ndr], ma quelle delle due anime nere di Coldiretti: il direttore pugliese Corsetti ed il suo capo romano, il segretario generale Vincenzo Gesmundo, che da vent’anni sono sulla scena a dividere il mondo agricolo sugli stessi problemi, indebolendolo, a distruggere l’agricoltura e l’olivicoltura pugliese e italiana. Come possono due persone che portano a casa grossi stipendi difendere dai caldi palazzi baresi e romani gli agricoltori che non hanno produzione, non hanno reddito e hanno perso tutto?”.

In foto: la protesta dei gilet arancioni a Bari

Torna in cima