Mortara (Pv) – La siccità sta mettendo a dura prova la Pianura Padana che, con le sue 3.800 aziende agricole, produce circa un milione e mezzo di tonnellate di riso all’anno. In Lomellina, territorio celebre per la coltivazione dei chicchi, la situazione è alquanto critica: il terreno è ormai arido e le quantità di acqua non sono sufficienti per irrigare tutti i campi. “Dobbiamo decidere cosa irrigare e cosa sacrificare, oltre metà della produzione è già a rischio”, spiega a Repubblica Giuseppe Casalone, proprietario di Cascina Dado a Confienza (Pv). “Può salvarci solo l’apertura delle dighe dell’arco alpino ma presto, subito”. Anche Alberto Lasagna, direttore di Confagricoltura Pavia, è d’accordo con questa soluzione. “Noi proponiamo che da queste dighe si facciano scendere a valle, in Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna, 120 metri cubi d’acqua al secondo per un paio di settimane”, spiega al quotidiano. “Altrimenti morirà quasi tutto: non avremo riso a sufficienza, non avremo mais per nutrire il bestiame che in una certa misura dovrà essere abbattuto, saremo costretti a rivolgerci all’Asia dove il riso non può competere con la nostra varietà e qualità, i prezzi si gonfieranno e un sacco di gente perderà il lavoro. Non esagero: stiamo vivendo una catastrofe biblica”.
Allarme siccità per le risaie. Lasagna (Confagricoltura Pavia): “Catastrofe biblica”
RepartoGrafico2022-06-16T09:59:26+01:0016 Giugno 2022 - 09:59|Categorie: Grocery, in evidenza|Tag: Alberto Lasagna, Confagricoltura Pavia, Repubblica|
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