Eccedenze alimentari, Giorgio Vittadini: “Occorre pensare a un welfare comunitario e sussidiario”

2024-10-30T08:16:46+02:0029 Ottobre 2024 - 17:46|Categorie: in evidenza, Mercato|Tag: , , |

Roma – A margine della presentazione della ricerca sulle eccedenze in agricoltura promossa dalla Fondazione Banco Alimentare (leggi qui), ci siamo fermati con Giorgio Vittadini, presidente della Fondazione per la Sussidiarietà.

Qual è il modello di welfare che dovrebbe emergere dalle evidenze di questa ricerca?

Il dato sorprendente della ricerca è che sono le imprese più sostenibili e di maggiore qualità a donare di più. Quindi, è confutata l’idea che lo spreco sia in qualche modo legato alla donazione. Il problema è l’innovazione verso la sostenibilità, che permette anche la donazione come esempio virtuoso d’intervento. In secondo luogo, la distribuzione a pioggia degli aiuti verso i poveri è fallimentare. Dare sistematicamente donazioni a realtà come il Banco Alimentare e le Caritas permette di intervenire in modo organico e non assistenziale, promuovendo lo sviluppo delle persone che si assistono, grazie alla possibilità di inserirle in una rete. Questi sono due punti fondamentali.

Qual è dunque la lacuna da colmare nel modello vigente?

La lacuna da colmare è che il welfare è sempre pensato in termini individuali e monetari. Salta sistematicamente le organizzazioni, le famiglie e tutto ciò che è strutturato. Viene fatto a pioggia da tanti enti, lo spreco è enorme e fa crescere le disuguaglianze. Bisogna pensare a un welfare comunitario e sussidiario che abbia come interlocutore le realtà del terzo settore e le famiglie.

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