Casatenovo (Lc) – La notizia della definitiva acquisizione di Vismara da parte del Gruppo Pini di Vismara (leggi qui) è stata commentata in vario modo dalla business community. Prevale l’idea di un’operazione border line, ‘pagata’ sostanzialmente dai creditori che non saranno rimborsati. In merito a questo sottolineo alcuni dati.
In primo luogo il Gruppo Pini non è una onlus e ha agito comunque rispettando la legalità. I critici, al suo posto, avrebbero fatto la stessa cosa. In secondo luogo i creditori privilegiati e non dovrebbero incazzarsi non coi Pini, ma con chi ha portato l’azienda in questa situazione, ovvero la famiglia Ferrarini.
Ricordo molto bene una mia intervista, del febbraio 2023, con Filippo Galbiati, sindaco di Casatenovo. Alla mia precisa domanda “Che giudizio può dare della condotta di Ferrarini-Vismara in questa vicenda?”, rispose: “Nelle vicende complesse non è possibile permettersi una semplificazione. Devo sottolineare, però, che negli anni abbiamo conosciuto Ferrarini: ci siamo rapportati con un Gruppo che non ci ha palesato in modo trasparente la sua situazione e ha disatteso le aspettative della comunità in modo irresponsabile. Siamo venuti a conoscenza in seguito – e non da Ferrarini – della sua reale condizione finanziaria e abbiamo capito quale era la natura del soggetto con cui ci stavamo rapportando. Dopo anni di lavoro su un accordo di programma, ci siamo sentiti un po’ presi in giro”.
In terzo luogo sottolineo che l’operazione salvaguarda tutta la forza lavoro impiegata nell’azienda pari a 162 persone con un impegno preciso da parte della nuova dirigenza, come ha spiegato Roberto Pini: “Nel futuro della nuova società costituita, che raccoglie l’eredità di un’azienda con un fatturato pari a 62 milioni di euro, c’è un piano di rilancio che prevede importanti investimenti mirati a una crescita strutturale dell’azienda, che interesserà la parte di produzione e di vendita”. Giudicheremo il Gruppo Pini su questo. Il resto sono solo chiacchiere e distintivo.