Palladi (Rigamonti): “Il piano di macellazione europeo sta avendo un effetto devastante sui costi della carne”

2025-04-15T10:22:30+02:0015 Aprile 2025 - 10:22|Categorie: Carni, in evidenza|

Montagna in Valtellina (So) – Intervistato dalla redattrice di Carni&Consumi Margherita Luisetto, Claudio Palladi, amministratore delegato di Rigamonti, fissa una serie di paletti in merito alla situazione dei costi della carne bovina in Italia: “Il piano di macellazione europeo sta avendo un effetto devastante sui costi della carne anche perché esistono dei limiti significativi ai sistemi di ingresso della carne bovina in Ue proveniente da Paesi extra Ue. Nell’accordo sulle tariffe doganali e sul commercio, infatti, le licenze Gatt (General Agreement on Tariffs and Trade) distribuite a livello europeo prevedono dei contingenti di importazione plafonati. L’accesso a tale contingente permette di importare pagando un dazio ‘solo’ del 20% (coloro che non hanno queste licenze, al 20% devono aggiungere ulteriori tre euro al chilo – arrivando a un costo della carne con circa un 50% di dazio -). Ora, la carenza di carne ha portato a importare con le licenze Gatt non più solo tagli pregiati, come la fesa per fare la bresaola, ma anche tutta una serie di tagli utili alla produzione di hamburger. La situazione è diventata, quindi, ancora più problematica e oggi stiamo pagando dazi sulla carne importata che superano il 40%”.

Logico, a questo punto, chiedersi se hanno ancora senso i Gatt. Palladi così risponde: “I Gatt sono dei vincoli atti a valorizzare la produzione europea. Sono stati istituiti, però, nel 1947, quasi 80 anni fa, quando la carne extra europa costava un terzo di quella europea. Oggi, che per una serie di dinamiche non c’è più questo differenziale, i dazi imposti risultano spropositati. Non solo. Con questi sistemi abbiamo bloccato o contingentato fuori luogo l’importazione da Paesi extra Ue. Tanto che queste barriere stanno mettendo ulteriormente in crisi il consumo di carne bovina. Quindi, se da un lato c’è la volontà di proteggere i produttori europei (che vanno incentivati a produrre sempre più carne bovina per diventare sempre più autosufficienti), dall’altro non possiamo permette che le imprese di trasformazione bovina vengano gravemente danneggiate, né che i consumatori non possano più mangiare carne”.

 

L’intervista completa verrà pubblicata su Carni & Consumi, in uscita il 2 maggio.

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