Roma – Ad aprile è tornato a salire l’indice Fao dei prezzi alimentari: +1% rispetto a marzo e +7,6% su base annua. Ad incidere maggiormente sul rialzo sono stati i comparti di carne e prodotti lattiero-caseari.
L’indice Fao dei prezzi della carne si attesta a 121,6 punti, per un incremento del 3,2% rispetto a marzo e del 4,3% rispetto ad aprile 2024. Sono stati registrati aumenti per tutte le tipologie di carne, ma è il suino a guidare il trend, a causa della crescente domanda globale e di fattori contingenti come la revoca delle restrizioni all’import della carne tedesca in seguito al riconoscimento dell’assenza di afta epizootica. La carne bovina ha registrato invece rialzi in Australia e Brasile. Ad essere aumentate sono anche la carne ovina e il pollame.
Per quanto riguarda i prodotti lattiero-caseari, l’indice Fao dei prezzi ha raggiunto 152,1 punti, +2,4% su marzo e 22,9% rispetto ad aprile 2024. Il burro ha raggiunto un nuovo massimo storico, con un incremento mensile del 2,9%, a causa della forte domanda europea di grassi del latte e scorte limitate. I prezzi del latte in polvere scremato e intero sono invece aumentati rispettivamente dell’1,6% e del 2,9%. Per il formaggio i prezzi sono saliti del 2,3%.
I prezzi dei cereali sono poi aumentati dell’1,2% rispetto a marzo; l’incremento riguarda soprattutto il grano, a causa della riduzione delle scorte esportabili dalla Russia, e il riso aromatico. Le quotazioni del mais sono cresciute a causa delle scorte basse stagionalmente negli Usa.
Lo zucchero ha registrato invece una contrazione del 3,5% a causa delle incertezze economiche globali e dei timori per un calo della domanda nei settori delle bevande e della trasformazione alimentare.