Broni (Pv) – È una vicenda complessa quella che ha portato all’attuale crisi della cantina sociale Terre d’Oltrepò. A ricostruirla sono le cronache dei quotidiani locali La Provincia Pavese e MilanoPavia, oltre che del portale Italia a Tavola e del quotidiano Il Giorno.
Tutto avrebbe avuto inizio con una vendemmia 2024 definita “la peggior degli ultimi anni”, a causa della peronospora, con un calo del raccolto del 60%. A questa mancanza si sarebbe sommato – secondo quanto affermato dai vertici della cantina – il comportamento scorretto di alcuni conferitori. Il risultato: un ritardo nei pagamenti delle uve che avrebbe portato anche all’espulsione di alcuni soci.
Ma non finisce qui: a inizio 2025 si somma un contenzioso con Mack&Schuhle Italia, filiale del colosso distributivo tedesco, con cui Terre d’Oltrepò aveva siglato nel 2023 una partnership per la fornitura di un numero compreso tra le 9 e le 12 milioni di bottiglie (solo nel primo anno). La già citata crisi vendemmiale avrebbe tuttavia impedito a Terre d’Oltrepò di rispettare la sua parte dell’accorDo, così che la vicenda è finita in tribunale.
“Un ‘attacco’ giudiziario estremamente duro, persino con il pignoramento dei crediti e delle azioni”, scriveva ai primi di maggio La Provincia Pavese. “Ora i giudici danno sostanzialmente ragione a Terre d’Oltrepò, condannando persino Mack & Schühle al pagamento delle spese legali. Non si tratta, naturalmente, di un giudizio che entra direttamente nel merito (accadrà nell’udienza fissata per il prossimo 23 settembre)”. Una questione solo momentaneamente accantonata, quindi, ma il malcontento è ormai diffuso.
A fine maggio, il terremoto: un gruppo di 107 soci, pari a circa il 20% del capitale sociale (su un totale di 500), chiede la revoca del Consiglio di amministrazione e la convocazione dell’assemblea straordinaria. “Nell’assemblea del 15 maggio sono state eluse richieste di chiarimenti”, si legge in una nota ripresa da Il Giorno. “Ci si attendeva fosse un momento di trasparenza e confronto costruttivo sull’andamento economico-finanziario della cooperativa e sulle prospettive future, si è invece assistito all’ennesima occasione in cui il Cda ha scelto l’autoreferenzialità, eludendo le richieste di chiarimenti concreti e, ancora una volta, fornendo informazioni incomplete, contraddittorie e spesso discordanti rispetto alle comunicazioni precedenti”.
“Per l’ennesima volta, richiamiamo tutti gli stakeholder alla responsabilità: azioni maldestre nei contenuti e distruttive negli effetti non producono alcun risultato utile, ma arrecano un danno diretto alla cooperativa e alla comunità locale. È fondamentale che la base sociale riconosca la natura ricorrente e dannosa dell’operato di soggetti già noti, che nel tempo hanno indebolito la reputazione e la sostenibilità economica della cooperativa”, la risposta del CdA, ripresa da Italia a Tavola. “Forse sarebbe meglio ‘mettere le carte in tavola’: se il progetto di apertura della Spa ai privati non convince, o non coincide con gli interessi di alcuni conferitori, sarebbe opportuno un confronto trasparente. Polemiche, ‘polveroni’ e accuse anonime – che possono configurarsi come ingiurie o danni d’immagine – non giovano a nessuno, soprattutto a chi le agita, visto che l’anonimato penalizza la credibilità”.
L’assemblea straordinaria si terrà quindi il prossimo 11 luglio, preceduta il 7 luglio da un “incontro propedeutico” a Casteggio (leggi qui).
“La lista di opposizione all’attuale consiglio di amministrazione di Terre d’Oltrepò in vista dell’assemblea del 10-11 luglio sarebbe stata presentata nelle scorse ore agli uffici di Broni, incassando anche – si dice – l’appoggio di importanti associazioni agricole”, scriveva ieri, 1° luglio, MilanoPavia. “Mentre si attende di conoscere i nomi sulle chat di alcuni soci dissidenti, dopo la raccolta firme per la mozione di sfiducia, inizia a circolarne una per avviare un’azione di responsabilità, una richiesta di danni in pratica, nei confronti degli amministratori”.
In data 28 giugno è infatti stata mossa da alcuni soci ed ex soci una ‘Richiesta Azione di Responsabilità’ contro l’organo amministrativo, la direzione e i soggetti di controllo della cooperativa (di cui non abbiamo avuto modo di visionare il testo). A QUESTO LINK la risposta formale formulata da Terre d’Oltrepò.