Accordo Usa-Ue per i dazi al 15% (10). Ucima: “Penalizzata l’industria italiana del packaging, ma anche gli operatori oltreoceano”

2025-07-29T14:46:02+02:0029 Luglio 2025 - 14:46|Categorie: in evidenza, Tecnologie|Tag: , , , , |

Modena – Ucima, l’Unione italiani macchine per il confezionamento e l’imballaggio, esprime forte preoccupazione in merito all’accordo raggiunto da Usa e Ue per un dazio all-inclusive del 15% sulle importazioni di diversi beni (leggi qui). Una misura che rischia di penalizzare uno dei settori industriali più competitivi e strategici del made in Italy: le tecnologie per il packaging. Settore che nel 2024 ha fatturato oltre 10 miliardi di euro e che esporta l’80% della propria produzione, con gli Usa come primo mercato di destinazione con circa 1 miliardo di euro di export annuo (15% del totale).

“L’introduzione di dazi generalizzati su tecnologie ad alto valore aggiunto rappresenta una scelta miope da parte degli Stati Uniti perché comporta un aumento dei costi che i nostri clienti dovranno assorbire e che, inevitabilmente, ricadranno sui consumatori finali”, sottolinea Riccardo Cavanna, presidente Ucima. “I nostri impianti sono richiesti in tutto il mondo per l’elevatissimo standard qualitativo e perché garantiscono efficienza quindi risparmio, sicurezza e innovazione. Rinunciare a queste soluzioni significa rallentare la competitività stessa dell’industria manifatturiera americana, oltre a colpire ingiustamente un’eccellenza europea che ha sempre operato nel rispetto delle regole del commercio internazionale. Inoltre, le risorse annunciate dall’Unione Europea, se non accompagnate da un’effettiva capacità di assorbimento, rischiano di restare solo promesse rendendo necessario rinegoziare modalità e tempi, aumentando il livello di incertezza e rallentando la ripresa degli investimenti”.

Secondo Ucima quindi la nuova misura va a irrigidire un quadro già complesso, alimentando un clima di incertezza internazionale che sta fortemente rallentando le decisioni di investimento da parte dei buyer di tutto il mondo. L’Associazione ribadisce dunque l’urgenza di difendere in sede europea una linea commerciale chiara, coesa ed equilibrata, capace di coniugare apertura dei mercati e difesa del valore industriale dell’Europa. “L’industria del packaging italiana è leader a livello globale non solo per volumi, ma per know-how, qualità e capitale umano. Avere ostacoli in un mercato chiave come quello americano è un errore strategico che non danneggia solo noi, ma anche gli operatori oltreoceano”, conclude Cavanna.

 

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