Milano – All’Ats di Milano mancano personale e risorse per garantire i controlli sulla sicurezza alimentare richiesti da Regione Lombardia: nel 2025 riuscirà a coprirne solo il 32%. È lo stesso ente ad ammetterlo nel ‘Piano integrato dei controlli 2025‘, si legge sul Corriere Milano. L’Ats deve occuparsi di verificare il rispetto delle norme su tutta la filiera alimentare, dalla materia prima al prodotto finito, anche per prevenire la diffusione di malattie trasmissibili attraverso gli alimenti come il botulino. L’Ats copre Milano e Lodi, 3,5 milioni di abitanti, e nel 2024 ha effettuato 3.834 ispezioni: nel 42% dei casi sono emerse non conformità. Una percentuale allarmante, sempre secondo l’Ats, perché “indice di un carente livello di formazione degli operatori del settore alimentare e di una inadeguata conoscenza delle normative specifiche del settore”. Le non conformità sono spesso legate a macchinari obsoleti, contaminazioni o cattiva conservazione dei cibi. Da qui sono scaturite 368 sospensioni, 212 diffide, 667 violazioni amministrative, 20 sequestri, 1.794 prescrizioni e 34 denunce.
Nonostante la necessità dei controlli, l’Ats denuncia carenze croniche di organico, tecnologie e logistica. A inizio 2025 erano attivi 131 operatori, di cui solo 55 dedicati alla sicurezza alimentare: troppo pochi per un territorio così vasto. Inoltre, i pensionamenti, i trasferimenti e l’obbligo di ispezioni in coppia aggravano la situazione. Per questo l’ente concentra le verifiche nelle aziende a rischio alto e molto alto.
Per rafforzare la vigilanza sono stati assunti 14 nuovi operatori e la Regione ha stanziato fondi extra, anche in vista delle Olimpiadi invernali 2026. Ma la Corte dei conti, nella relazione del 7 agosto, sottolinea che i problemi restano: i nuovi assunti necessitano di formazione prima di operare in autonomia.