Dazi Usa, per il Consorzio Pecorino Romano l’obiettivo è ottenere un’esenzione o una limitazione

2025-09-16T10:34:43+02:009 Settembre 2025 - 10:27|Categorie: Formaggi, in evidenza|

Milano – Da quando sono entrati in vigore i dazi al 15% sui prodotti di importazione europea negli Stati Uniti, Gianni Maoddi, presidente del Consorzio tutela Pecorino Romano, ha avviato un’azione di lobbying sui principali operatori americani. E lo sta facendo con il supporto del ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida. L’obiettivo è ottenere un’esenzione, o almeno una limitazione, del dazio. Delle quasi 40mila tonnellate di Pecorino Romano prodotte ogni anno, infatti, il 40% viene consumato negli Usa e solo il 30% in Italia.

Metà delle forme esportate negli Stati Uniti sono vendute per uso industriale, e proprio le ricadute su questo comparto sono quelle che preoccupano maggiormente il Consorzio di tutela. “Prima del dazio il prezzo agli importatori era di 13 dollari al chilo, mentre quello ai consumatori finali era di 35”, spiega Maoddi al Sole 24 Ore. “Col dazio al 15% il prezzo agli importatori aumenterà di circa due dollari”. “C’è un formaggio – aggiunge Maoddi – che viene prodotto negli Usa e che loro chiamano ‘Romano‘. Non è fatto con latte di pecora perché di pecore, negli Stati Uniti, praticamente non ce ne sono: viene prodotto con latte di vacca, cui vengono aggiunti enzimi in grado di far assomigliare il suo sapore a quello del nostro Pecorino Romano. Sa a quanto lo vendono all’industria? A 3,5 dollari alla libbra, mentre il nostro alla libbra ne costa 8″.

C’è di più: “Scommettendo su un calo delle vendite negli Usa in molti in Europa già ci chiedono un ribasso del prezzo”.

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