Milano – Quello dei prodotti ‘high-protein’ è uno dei trend alimentari più forti del momento, trasversale alle diverse categorie di prodotto, dal food al beverage, dal fresco al confezionato fino al surgelato. Per questa ragione Altroconsumo ha realizzato un’indagine volta a valutare composizione, apporto nutrizionale e rapporto qualità-prezzo rispetto alle alternative ‘tradizionali’ di alcuni prodotti proteici presenti sugli scaffali della Gdo, tra pancake, barrette, yogurt, latte, pasta e dessert.
“Sebbene in molti casi questi prodotti contengano effettivamente una quota maggiore di proteine, l’analisi mostra come il loro prezzo sia spesso significativamente più elevato (fino a +183% al chilo) senza che vi sia, per la maggior parte della popolazione, un reale beneficio nutrizionale”, evidenzia Altroconsumo.
Ricorda Altroconsumo che, secondo la normativa, “fonte di proteine” si può dichiarare solo se le proteine forniscono almeno il 12% delle calorie, “ad alto contenuto” dal 20%, mentre “a tasso accresciuto” richiede almeno il 30% in più rispetto a un prodotto simile.
Secondo l’Osservatorio Immagino di GS1 Italy, il numero di prodotti con claim che vantano un alto contenuto di proteine ha superato nel 2024 le 3.800 referenze. In totale rappresentano quindi il 4,3% dei quasi 90mila prodotti alimentari analizzati. Il giro d’affari continua a crescere (+3,5% nel 2024) mentre il numero di prodotti è stabile (-0.2%).
A questo link la ricerca completa di Altroconsumo:
Cibi proteici: convengono davvero? Prezzi alti e inutili