Pubblicato in Gazzetta Ufficiale il nuovo disciplinare del Pecorino Romano Dop: i pastori sardi lanciano un appello alla Regione

2025-11-04T11:45:00+01:004 Novembre 2025 - 11:45|Categorie: Formaggi|

Roma – È stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale, il 25 ottobre, il disciplinare di produzione del Pecorino Romano Dop, come modificato dall’assemblea dei consorziati lo scorso dicembre 2024. Ricordiamo che i cambiamenti riguardano la possibilità di fare ricorso a nuove tecnologie di produzione e di ottenere il 50% degli alimenti per il bestiame al di fuori della zona di origine, oltre all’introduzione della tipologia ‘Riserva’. Il nuovo disciplinare non prevede, invece, la restrizione alle sole pecore di razza autoctona per la produzione di latte destinato alla Dop.

Lo scorso anno, la mancata approvazione della modifica da parte dei consorziati aveva provocato rabbia nei pastori, che, in occasione della pubblicazione del disciplinare in Gazzetta Ufficiale, hanno nuovamente espresso il proprio disaccordo. “A Roma è stato deciso che in realtà la storia e le tradizioni millenarie dei pastori sardi sono sacrificabili in nome del business di pochi facoltosi imprenditori privati”, spiegano all’Unione Sarda Gianuario Falchi, Nenneddu Sanna, Mario Carai e Fabio Pisu, del gruppo Pastori senza bandiera. “Facciamo un appello alla Regione,  a suo tempo espressasi a favore dell’introduzione delle razze storiche nel disciplinare, che si faccia sentire nei confronti del ministero dell’Agricoltura che in questa occasione sta voltando le spalle ad una intera regione, la quale si riconosce nelle sue tradizioni e nel suo più importante comparto economico”.

In aggiunta, il Centro Studi Agricoli, organizzazione agricola senza scopo di lucro, ha definito la decisione “una strada miope, che favorisce solo pochi grandi industriali e gli interessi della trasformazione, a scapito dei territori, dei pastori, della qualità e della riconoscibilità del prodotto”. Ha inoltre sottolineato che, senza la limitazione alle razze autoctone, “il Pecorino Romano Dop rischia di diventare un generico formaggio ovino industriale, indistinguibile nel mercato mondiale“.

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