Milano – Dopo il crollo delle importazioni di concentrato di pomodoro cinese (-76% nei primi nove mesi del 2025), la filiera italiana deve ora confrontarsi con la concorrenza egiziana, in forte crescita (+495% nello stesso periodo). L’Egitto si conferma tra i principali esportatori mondiali di derivati del pomodoro, con ricavi verso l’Ue quintuplicati in cinque anni, e Italia e Polonia tra i principali mercati di sbocco.
Secondo Luigi Scordamaglia, amministratore delegato di Filiera Italia, il problema va oltre l’aspetto economico: “La normativa Ue sui pesticidi e sulla sicurezza alimentare è fra le più rigorose al mondo, mentre in Egitto il quadro regolatorio è meno stringente e l’efficacia dei controlli all’import risulta limitata”. Scordamaglia ricorda inoltre che diversi monitoraggi Efsa hanno rilevato pesticidi vietati nei prodotti importati. Dal punto di vista del lavoro, poi, l’Organizzazione internazionale del lavoro segnala oltre 2,7 milioni di minori impiegati in agricoltura.
Anche l’Anicav conferma che quella egiziana è una concorrenza agguerrita, che cresce soprattutto grazie alla disponibilità di due raccolti annui, investimenti nel settore e costi di produzione molto bassi, senza rispettare gli standard europei. Filiera Italia chiede quindi a Bruxelles di bloccare temporaneamente le importazioni di derivati di pomodoro egiziani e di rafforzare i controlli alle frontiere, applicando il principio di precauzione per tutelare salute, lavoro e filiera italiana.