Roma – Sono state pubblicate nella Gazzetta Ufficiale, lo scorso gennaio, le modifiche del disciplinare di produzione dell’Aceto Balsamico di Modena Igp. Oltre ad alcuni miglioramenti regolamentari (necessari a rendere più facile l’applicazione delle norme da parte degli operatori del settore) e all’aggiornamento nei principi in materia di etichettatura, nel disciplinare è stata introdotta la nuova categoria di Aceto balsamico di Modena ‘Riserva’, un’espressione atta a indicare il prodotto invecchiato almeno cinque anni. Come fanno sapere dal Consorzio, la categoria Riserva consentirà ai produttori di differenziare ulteriormente i loro prodotti sul mercato. Secondo i promotori, infatti, “rappresenta un passaggio storico perché introduce nella gamma dell’Igp il concetto di verticalizzazione qualitativa basata sul periodo di invecchiamento”. La possibilità di degustare diverse annate darà “l’opportunità di apprezzare le sfumature e le differenze organolettiche che maturano nei lunghi tempi di invecchiamento in pregiati contenitori di legno restituendo un’esperienza immediata della complessità che caratterizza il mondo variegato dell’Aceto Balsamico di Modena”. Tra gli obiettivi del nuovo disciplinare, anche la valorizzazione del toponimo ‘Modena’: l’etichettatura rivisitata ha l’obiettivo di tutelare i consumatori contro l’uso di espressioni ambigue che rischiano di minare la garanzia di trasparenza.
Ricordiamo che l’Aceto balsamico di Modena Igp conta su un giro d’affari di oltre un miliardo di euro e su una quota di export che supera il 90%.