Milano – Negli ultimi dieci anni l’agricoltura biologica in Lombardia ha registrato una forte espansione: le superfici coltivate, secondo un’analisi Coldiretti, sono passate da 23.352 ettari nel 2014 a 53.758 nel 2023, con un incremento del 130%. A favorire questa crescita ha contribuito una rete di oltre 500 negozi specializzati, oltre ai corner bio presenti in diversi supermercati, che fanno della Lombardia la prima regione italiana per punti vendita dedicati al biologico. La domanda, dunque, non manca e sostiene la conversione degli agricoltori, che oggi sono circa 3.200 tra produttori, preparatori e importatori.
Le produzioni bio lombarde riguardano soprattutto cereali (29%), foraggere (28%), latte e derivati, legumi, frutta e verdura, il pomodoro industriale tra Cremona e Mantova (10,4%), la vite (8,3%) e l’ortofrutta (5,3%). A incoraggiare la crescita sono stati anche gli aiuti della Politica agricola comune, in linea con il Green Deal europeo che punta al 25% di superfici bio entro il 2030. Gli incentivi permettono di sostenere le aziende nella fase di conversione, quando la produttività cala per l’assenza di fitofarmaci e concimi chimici.
Il biologico, infatti, è più esposto agli attacchi di parassiti e agli effetti dei cambiamenti climatici. Questo comporta maggiori rischi e costi, con rincari medi del 10% rispetto ai prodotti convenzionali, inclusi i cosmetici. Nonostante i progressi, Coldiretti Lombardia segnala incertezze legate all’instabilità dei mercati, che potrebbero frenare il trend positivo del comparto.