Parma – Cambiamento climatico, squilibrio del prezzo della materia prima rispetto a quelli degli altri Paesi trasformatori, concorrenza sleale di Paesi extra Ue che non rispettano gli standard di qualità e sostenibilità. Sono queste le principali criticità che stanno danneggiando il comparto della filiera di trasformazione del pomodoro e che sono state affrontate nel corso dell’assemblea pubblica di Anicav (Associazione nazionale industriali conserve alimentari vegetali) tenutasi ieri a Parma.
Le proposte scaturite dalla discussione tra i partecipanti riguardano: applicazione in Ue del principio di reciprocità; estensione a livello europeo della norma, già in vigore in Italia, in base alla quale la passata deve essere ottenuta solo da pomodoro fresco con obbligo di riportare in etichetta lo Stato di provenienza; investimenti nella ricerca sull’efficientamento produttivo e sul miglioramento genetico; ottimizzazione delle infrastrutture idriche.
“Alla politica chiediamo risposte”, sottolinea Marco Serafini, presidente di Anicav (nella foto). “È imprescindibile un intervento tempestivo e mirato delle istituzioni, sia a livello nazionale che europeo, per sostenere la competitività̀ dell’intera filiera del pomodoro da industria”.