Colonia (Germania) – La crisi, in Germania, si sente e si vede. La si respira parlando con taxisti, camerieri, gente del posto. L’economia tedesca è in contrazione da due anni consecutivi: il Pil reale è sceso di circa -0,3% nel 2023 e -0,2% nel 2024 rispetto all’anno prima. Per il 2025 si prevede una stagnazione: essenzialmente Pil= 0 o molto vicino allo zero.
I consumi interni non riescono a trainare la crescita. L’inflazione, pur in discesa, mangia il potere d’acquisto: nonostante i salari in aumento, gli incrementi dei prezzi (specialmente nei servizi e nel settore alimentare) pesano molto. Gli ordini industriali sono scesi per mesi, con forte pressione soprattutto dal calo della domanda estera. La disoccupazione è in aumento: la Germania ha superato i 3 milioni di disoccupati in certi mesi (es. agosto), con tasso intorno al 6,3-6,4%. Il deficit pubblico resta elevato: per il 2024 circa -2,8 % del Pil; per il 2025 attorno al -2,7 %. La ripresa è attesa solo dal 2026, quando si prevede un Pil in aumento moderato (+1,1%) grazie a miglioramento della domanda interna e, solo parzialmente, delle esportazioni.
Da segnalare il racconto di un amministratore delegato italiano di ritorno da Anuga: “Ho perso un aereo che mi doveva riportare in Italia. Ho così deciso di prendere il treno. Un’esperienza disastrosa: ritardi e una prima classe molto peggiore di una seconda italiana”. Una situazione, quella delle FS tedesca, drammatica. Tanto che hanno dovuto affidare la gestione della rete ferroviaria a un nuovo manager. Si chiama Evelyn Palla. E’ italiana…