Roma – “Ci sembra assurdo assoggettare la nostra zootecnia alle stesse regole dei Paesi europei che non hanno le stesse condizioni ambientali”. Così Serafino Cremonini (in foto), presidente di Assocarni, è intervenuto all’Assemblea annuale di Assocarni tenutasi oggi (19 settembre) presso l’Harry’s Bar Trevi a Roma. “Il modello di allevamento italiano è uno dei settori maggiormente penalizzati da un approccio ideologico che non ha nulla a che fare con la realtà”. Secondo Cremonini “bisogna sostenere chi ogni giorno vive in campagna con gli animali, […] anche per favorire un passaggio generazionale che potrà avvenire solo se questo lavoro, non semplice, verrà adeguatamente remunerato”.
L’assemblea ha preso le mosse da uno studio presentato da Ismea: l’analisi ha sottolineato la necessità di mettere in sicurezza la produzione nazionale, visto che il tasso di autoapprovvigionamento italiano è calato al 40% (era al 58% nel 2010). Cremonini ha poi chiesto un’azione politica più incisiva per aprire nuovi mercati internazionali: “È fondamentale sbloccare l’export di carni bovine verso mercati strategici come Cina, Corea, Giappone e Stati Uniti come hanno già fatto alcuni paesi europei nostri competitor”. Ha quindi mosso alcune critiche alla proposta di revisione del regolamento europeo sul trasporto degli animali che la Commissione europea ha presentato poco prima di concludere il proprio mandato: “Si tratta di una proposta che si pone ideologicamente contro gli allevatori e che, se non verrà modificata, rischia di aumentare i costi per la filiera senza migliorare il benessere animale”. Per finire, si è fatto cenno alla Blue tongue, malattia che colpisce ovini, caprini e bovini e che ora si sta diffondendo in Europa: “La Commissione Europea deve intervenire per facilitare gli spostamenti degli animali e trovare una soluzione efficace tramite i vaccini”.