Roma – Ettore Prandini, presidente di Coldiretti, è intervenuto nel corso dell’assemblea andata in scena a Roma questa mattina. Anche lui, come Gesmundo, si è soffermato su Mediterranea: “C’è chi ne dà una lettura superficiale, uno scontro tra organizzazioni. E c’è chi la banalizza: non vogliono fare. Ma il tema è fare che cosa: quando Giansanti parla di Italian style, io dico a Massimiliano di non provarci, di toglierselo dalla testa, perché l’Italian style è l’Italian sounding, quindi l’unico elemento che abbiamo per dare risposte concrete è valorizzare i nostri prodotti. Immaginate se quando parliamo di vini, legati indissolubilmente al territorio, passasse il concetto dell’Italian style. Come li coltivo lì, posso farlo anche altrove. Parlare di Italian style vuol dire che posso chiamarli nello stesso identico modo. Significa sottrarre il valore delle produzioni enogastronomiche che il mondo ci invidia. Altro esempio su latte, parmigiano reggiano e grana padano: cos’è l’Italian style? È il parmesan, un formaggio a pasta dura che evoca e richiama quelli che si fanno sui nostri territori. Questa è una battaglia che Coldiretti ha messo in campo da decenni. Non acconsentiremo mai a nessuno, che sia un’altra organizzazione di rappresentanza o un gruppo di industriali che hanno perso la strada maestra, di poter andare a vanificare l’unica possibilità di futuro che ha l’agroalimentare italiano”.
Continua Prandini: “Non accettiamo lezioni. Se qualcuno vuole confrontarsi lo faccia partendo dalla cancellazione del nome Mediterranea, perché è un furto fatto alle nuove generazioni, alla dieta che il mondo ci invidia. Non potremmo mai competere sulla quantità, ma sulla qualità, sulla distintività e biodiversità. Vogliono ragionare sotto questo punto di vista? Lo facciano con i fatti, non con parole e slogan. […] Essere contro non è giocare in difesa, ma giocare in attacco. Quando serve, faremo un’azione di sfondamento. Non ci fermeremo. Non diventeremo mai schiavi di logiche di carattere economico”.