Assemblea Coldiretti (5) Ettore Prandini: “Il percorso voluto da von der Leyen non ha senso”

2025-07-21T16:42:43+02:0021 Luglio 2025 - 16:42|Categorie: in evidenza, Mercato|Tag: , , |

Roma – I dazi, ma anche e soprattutto la questione del nuovo bilancio europeo, che va a penalizzare il comparto agricolo. È su questi temi che è focalizzata l’attenzione di Ettore Prandini, presidente di Coldiretti.

Sul fronte dei dazi, come si prospetta il lavoro di mediazione delle prossime settimane?

È un momento particolarmente significativo in termini di interlocuzione che l’Europa deve tenere con il presidente Trump, per evitare scontri che non fan bene a nessuno. Al di là di quelli che possono essere i dati iniziali, legati all’aumento di introiti legati alla tassazione, l’impoverimento del mercato rischia di colpire entrambi i continenti, non solo noi.

Con la presentazione delle nuove linee guida di bilancio, l’Europa ha disatteso le vostre aspettative?

Ci aspettavamo dall’Europa un coraggio maggiore in termini di sostegno alle attività produttive di tutti i settori. Purtroppo la scorsa settimana, con la presentazione del piano finanziario, s’intraprende una strada che va nella direzione opposta, con un taglio per quanto riguarda le risorse al comparto agricolo del 20%. In Italia saranno 770mila le imprese che rischiano di essere penalizzate. Avevamo bisogno di sostegno in termini di innovazione e competizione, e soprattutto di una visione di carattere globale che vede non solo gli Stati Uniti ma anche gli altri Paesi a investire sul cibo, che è un fattore economico, ma anche un tema sociale.

Come occorre muoversi per modificare gli orientamenti della presidenza?

Dovremo lavorare nel breve sul tema dei dazi, in termini di interlocuzione e diplomazia. Nel medio periodo, abbiamo due anni davanti per modificare integralmente l’impianto della misura finanziaria che la von der Leyen ha presentato. La presidente ha voluto intraprendere un percorso che non ha senso nè logica economica, perché va a impoverire l’economia interna, e addirittura va a ipotizzare una forma di tassazione su tutti i settori produttivi per le aziende con fatturati superiori a cento milioni di euro. Una direzione che stride col fatto che in tutto il resto del mondo le nostre aziende vengono invece invitate a delocalizzare. Andrebbe dunque attuata una politica di sostegno economico alle attività e di defiscalizzazione.

Chiederete di abbattere i dazi interni all’Unione Europea?

Questo è un tema di semplificazione all’interno della UE. I sistemi produttivi sono spesso diversi tra Stato e Stato, e c’è da un lato una questione di concorrenza interna, e dall’altro un costo della burocrazia superiore a qualsiasi altro continente. Sicuramente su questo il commissario Fitto, ma anche tutto il parlamento europeo, possono dare risposte significative.

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