• Autorizzazione integrata ambientale (Aia): si alza la soglia di tolleranza per gli allevamenti di piccolo pollame

Autorizzazione integrata ambientale (Aia): si alza la soglia di tolleranza per gli allevamenti di piccolo pollame

Roma – Attualmente, la soglia per cui un allevamento di pollame deve ottenere l’Autorizzazione integrata ambientale (Aia) è fissata a 40mila ‘posti pollame’. La situazione, però, potrebbe cambiare a breve. È quanto viene annunciato dal Ministero dell’Ambiente, che ha risposto a un interpello ambientale della Provincia di Nuoro in merito a un allevamento di quaglie, in cui si chiedeva se la soglia di 40mila unità fosse intesa come numero di capi oppure se fosse determinata in funzione dei posti per il pollame. Si fa notare, infatti, che “il peso medio delle quaglie […] è indubbiamente nettamente inferiore se paragonato ad altre specie avicole, quali, ad esempio, galline o tacchini”.

Rispondendo all’interpello, il Ministero fa sapere che l’attuale norma non tiene conto delle dimensioni effettive dei capi, non considerando le eventuali differenze tra i vari allevamenti in termini di impatto ambientale. Cosa che suscita “comprensibili dubbi a livello tecnico”. Tuttavia, la nuova direttiva comunitaria UE/20241785, che terrà conto di questi fattori e che sarà recepita e applicata nei prossimi anni, riconosce le specificità degli allevamenti di piccolo pollame, ovvero quaglie, piccioni, pernici e così via (dalla conta sono esclusi struzzi, tacchini, oche, anatre, galline ovaiole e polli). A questi viene attribuito un coefficiente Uba (unità bestiame equivalente) pari a 0,001 (quello del pollo da carne è pari a 0,007). Alla fine, dunque, gli allevamenti di piccolo pollame con meno di 280mila ‘posti altro pollame’ non saranno soggetti all’Aia.

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