Barolo svenduto al supermercato, Terre da Vino si difende: i produttori non vogliono abbassare le rese e alzare i prezzi

2020-12-09T12:23:21+02:009 Dicembre 2020 - 12:22|Categorie: Vini|Tag: , , , , , |

Barolo (Cuneo) – Ha fatto discutere la comparsa, sugli scaffali di Esselunga, di bottiglie di Barolo al vantaggioso prezzo di 9,90 euro, con l’etichetta Conte di Zanone. Franco Ziliani, giornalista e animatore del blog www.vinoalvino.org, e da sempre attento a queste dinamiche, girando in un supermercato è stato il primo dell’ambiente ad accorgersene. Al che, sono scattati gli interrogativi. Ai medesimi ha risposto Piero Quadrumolo, presidente della cantina Terre da Vino, di Barolo, azienda a cui l’etichetta Conte di Zanone appartiene. Di che si è trattato? Quadrumolo l’ha spiegato allo stesso Ziliani: “La situazione del Barolo era critica già da prima del Covid-19, in quanto da almeno due o tre anni la produzione supera le vendite di circa 2 due milioni di bottiglie. Di conseguenza, il prezzo dello sfuso in due anni ha perso circa il 30% di valore”. E Terre da Vino come ha affrontato la cosa? “È noto che Terre da Vino, oltre alle produzioni di alta gamma distribuite con il marchio Vite Colte, imbottiglia private label per i supermercati del mondo ed è una delle aziende che vendono numeri importanti di Barolo. Purtroppo sulle private label si subiscono le oscillazioni dello sfuso in modo quasi automatico: su questi prodotti non esiste valore di brand. Conscio di questo problema, ho preso personalmente posizione in seno al Consorzio Barolo Barbaresco affinché si procedesse alla riduzione delle rese per ridurre il gap tra produzione e vendita, e per bloccare il calo di prezzo dello sfuso”. Conclusione? “Dopo le mie pressioni, quasi in solitaria, i vertici del Consorzio hanno indetto una Assemblea pubblica per decidere in merito. In estate i produttori, in due assemblee pubbliche e distinte per denominazione, a grande maggioranza, hanno respinto la proposta di riduzione delle rese ed hanno scelto che fosse il libero mercato a riallineare domanda ed offerta. Dopo questa decisione il prodotto ha perso circa 1-1,5 Euro/litro”. Quindi Terre da Vino, di fronte alla proposta di Esselunga, cliente dal 1980, non ha fatto altro che offrire un prezzo in linea con le quotazioni di mercato.

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