Milano – Non sembra essere piaciuto troppo a Bernardo Caprotti (nella foto), l’articolo di Mario Gerevini, pubblicato ieri dal Corriere della sera, sulle donazioni milionarie del patron di Esselunga a collaboratori e parenti (circa 80 milioni dal 2002). È lo stesso imprenditore milanese, infatti, a scrivere una lettera, al direttore dello stesso quotidiano, in cui, in modo cordiale e vagamente ironico, ricorda anche altre donazioni, non incluse negli atti notarili (consultati dal giornalista del Corriere), come quelle benefiche ad associazioni ed enti. Ma i toni si fanno bruscamente accesi e durissimi, quando in fondatore di Esselunga spiega come all’interno dell’azienda si sia consumata una vera e propria congiura per esautorarlo dal controllo, ordita da alcuni manager, con la partecipazione della figlia Violetta. Una brutta storia, che lo stesso Caprotti, avrebbe preferito non rendere pubblica. Ma che ha ritenuto necessario fare, spiegando che in un Paese, dove viene addirittura pubblicato sui giornali il numero del proprio conto corrente (riferimento pungente all’articolo di ieri sul Corriere della Sera) “forse conviene sputtanarsi fino in fondo”.
Bernardo Caprotti(2): lettera al Corriere della sera: “Qui c’è stata una congiura”
RepartoGrafico2014-01-10T17:49:00+02:0027 Novembre 2013 - 07:16|Categorie: Retail|Tag: bernardo caprotti, esselunga, Violetta Caprotti|
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