Milano – Il contesto di instabilità con cui si è aperto il 2022, con il conflitto russo-ucraino e l’impennata dei prezzi legata ai costi energetici e delle materie prime, sta modificando le abitudini di consumo degli italiani, determinando una leggera diminuzione delle vendite a valore del biologico in Gdo, pari al -0,5% nell’ultimo anno. Questo il dato emerso dall’osservatorio Sana-Nomisma. “Stiamo notando un leggero rallentamento sulle fasce premium legato alla situazione del momento; con l’inflazione che supera il 9%, è indubbio ricercare maggiore attenzione a un’economia della spesa”, spiega Carlo Alberto Buttarelli, direttore relazioni di filiera di Federdistribuzione e del suo ufficio studi. “Quest’anno registreremo un calo, è ovvio, ma in generale il comparto crescerà: i prodotti biologici sono competitivi e si mantengono forti sul mercato”. Secondo Buttarelli, infatti, la pandemia ha determinato una grande attenzione alla salute dando impulso ai consumi di prodotti biologici sempre più apprezzati dai consumatori, in particolare dai giovani. Inoltre, grazie allo sviluppo delle produzioni, che ha consentito alle imprese di avviare colture e allevamenti verdi a costi contenuti, e alla marca del distributore che ha presidiato il comparto e lo ha reso più accessibile, il biologico è diventato una scelta precisa nel carrello degli italiani.
