Cacioteca regionale di Ragusa verso la riapertura, interessi privati dietro la vicenda?

2021-07-26T10:48:44+02:0026 Luglio 2021 - 10:48|Categorie: Formaggi|

Ragusa – La Cacioteca regionale di Ragusa potrebbe riaprire. Ma la notizia ha già fatto nascere i primi sospetti che dietro la vicenda si possano celare degli interessi privati. Sulla stampa locale, dopo la visita del presidente della Regione Nello Musumeci presso il Corfilac, il Consorzio per la ricerca nel settore della filiera lattiero casearia e dell’agroalimentare, sono insistenti le voci secondo cui il Comune di Ragusa e la Regione Sicilia avrebbero l’intenzione di rilanciare il museo del formaggio. Si tratta di un centro di stagionatura internazionale sperimentale, aperto nel 2012 sotto la spinta dell’amministrazione regionale presieduta da Raffaele Lombardo, chiuso  l’anno successivo, dopo essere costato ben 2,5 milioni alle casse pubbliche. “Tanto da originare il sospetto che l’obiettivo reale non fosse la diffusione della cultura del latticino siculo, ma qualcosa di ben diverso. Sospetto che neppure l’attuale intenzione di riaprirlo, per la modica spesa di altri 500 mila euro, riesce a cancellare”, come si legge sulle pagine di Repubblica. Promotore della Cacioteca regionale, infatti, era stato proprio il Corfilac che, come spiega il quotidiano, creato nel 1996, con 45 dipendenti, è uno dei 163 enti e società che fanno capo alla Regione. Tutti e 163, come scrive il consigliere grillino Luigi Sunseri su un dossier, costano 235 milioni di euro all’anno e garantiscono uno stipendio più che decente a 6.997 persone, pur comprendendo un nutrito numero di società ed enti in liquidazione, alcuni addirittura dal secolo scorso. Per questo motivo, i giornalisti di Repubblica temono che “la vicenda finirà inevitabilmente per alimentare tanti stereotipi sulla Regione siciliana”.

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