Caponi (Confagricoltura): “Aviaria, gli imprenditori non possono attendere anni i risarcimenti”

2025-10-29T18:30:30+02:0029 Ottobre 2025 - 18:30|Categorie: Carni|Tag: , |

Roma – “Il consumo di carni bianche e uova è in crescita, trainato da motivazioni economiche: costano meno e permettono alle famiglie di risparmiare. Questo trend rappresenta un segnale positivo per la filiera avicola, che ne trae beneficio. Tuttavia, è fondamentale rilanciare anche gli altri comparti produttivi dell’agroalimentare italiano. Il nodo centrale resta il potere d’acquisto: finché i lavoratori non avranno redditi adeguati, sarà difficile vedere una ripresa generalizzata dei consumi. È una questione cruciale, che va affrontata con urgenza e visione strategica”. Lo ha dichiarato oggi il direttore generale di Confagricoltura, Roberto Caponi, intervenendo alla Tavola rotonda ‘Competitività, sicurezza alimentare e fiducia del consumatore: il futuro della filiera avicola italiana nel contesto globale, organizzata da UnaItalia nell’ambito dell’Assemblea generale ‘L’avicoltura italiana guarda al futuro‘, che si è svolta a Roma. “La filiera avicola funziona  è importante promuovere lo sviluppo ulteriore di questo settore senza penalizzarlo e senza eccessive complicazioni di vario tipo che purtroppo spesso si verificano e che poi rischiano di rallentare una filiera che invece deve continuare a crescere”, ha evidenziato Caponi. Il direttore generale di Confagricoltura è poi intervenuto sul tema delle crisi sanitarie: “Le epizozie sono diventate un classico ricorrente, insieme agli eventi atmosferici, le calamità naturali. Bisogna trovare degli strumenti che siano efficaci, sia dal punto di vista della quantità, sia dal punto di vista delle risorse, ma, soprattutto, dei tempi di erogazione di queste risorse, perché quello che succede ancora oggi per quanto riguarda le influenze aviarie del 2022, i danni non sono stati ancora completamente risarciti. È evidente che un imprenditore non può aspettare due, tre, quattro anni per avere un risarcimento, perché si rischia di metterlo fuori mercato”.

Torna in cima