Milano – I titolari di Straberry, marchio della società Cascina Pirola, specializzata nella vendita di frutti di bosco, “utilizzavano, assumevano e comunque impiegavano manodopera sottoponendo i lavoratori, in numero di almeno 100, a condizioni di sfruttamento con approfittamento del loro stato di bisogno”. A metterlo nero su bianco è la Pm Grazia Colacicco, al termine della fase investigativa sulla startup fondata da Guglielmo Stagno D’Alcontres e la madre Fabrizia Carolina Maria Pilla, entrambi indagati dall’estate scorsa (leggi qui) per caporalato. Secondo gli inquirenti, come riporta l’edizione milanese di Repubblica, D’Alcontres e la madre “corrispondevano a ciascun lavoratore una paga oraria netta di 4,5 euro, nonostante nel contratto nazionale fosse prevista una paga oraria di 9,90 euro lordi”. Altre violazioni sistematiche riguarderebbero le normative sugli orari di lavoro e inoltre i titolari “sottoponevano i lavoratori a metodi di sorveglianza e condizioni lavorative degradanti impedendo loro di parlare durante la prestazione lavorativa, consentendo loro di bere solamente se già avevano con sè dell’acqua nonchè rivolgendo loro reiterate ingiurie”. Da quanto si apprende, la produzione è andata avanti in questi mesi con condizioni di lavoro normali.
Caporalato: i vertici di Straberry verso il processo
federico2021-06-18T10:12:30+02:0015 Giugno 2021 - 11:24|Categorie: in evidenza, Ortofrutta|Tag: caporalato, Cascina Pirola, fragole, frutti di bosco, milano, Straberry|
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